Quale è la personalità del giocatore d’azzardo?

Il gioco d’azzardo patologico (GAP) si caratterizza per un comportamento problematico persistente o ricorrente legato al gioco d’azzardo che comporta disagio in grado di compromettere le attività personali, familiari, sociali e lavorative dell’individuo.

Secondo il manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali – DSM-5, il giocatore patologico ha bisogno di quantità crescenti di denaro per ottenere l’eccitazione desiderata,  può diventare irrequieto o irritabile se tenta di ridurre o di smettere di giocare d’azzardo; può fare ripetuti sforzi infruttuoso per controllare, ridurre o smettere di giocare d’azzardo; può avere pensieri persistenti che gli fanno rivivere esperienze passate di gioco d’azzardo, analizzare gli ostacoli, pianificare la prossima avventura e pensare ai modi per ottenere denaro per giocare d’azzardo.

Spesso il giocatore patologico  gioca d’azzardo quando si sente a disagio, dopo aver perduto denaro  torna un’altra volta per ritentare (rincorre le proprie perdite), mente per occultare l’entità del coinvolgimento nel gioco d’azzardo; a causa del gioco, mette in pericolo o perde una relazione significativa, il lavoro e conta sugli altri per procurare il denaro necessario a risollevare situazioni finanziare.

L’esordio del disturbo da gioco d’azzardo può verificarsi durante l’adolescenza o la prima età adulta, ma anche  durante la mezza età o addirittura la tarda età adulta. La comorbilità tra dipendenza da gioco e dipendenza da alcol o stupefacenti è rilevante.

Ci sono evidenze di una importante comorbilità tra gioco patologico e disturbi bipolari (Petry et al., 2005). Alle possibili cause di questo disturbo vengono riconosciuti fattori predisponenti dovuti a casi analoghi in famiglia, ma anche ad alterazioni specifiche in quelle aree cerebrali adibite al controllo dell’umore e dell’affettività, degli impulsi ma anche ad alcune funzioni fisiologiche di base (sonno, appetito, sessualità ecc). Questi soggetti, mostrano un’alternanza dell’umore che va dalla tristezza all’euforia. Anche se non raggiungono spesso i livelli patologici tipici della sindrome bipolare, nei casi più gravi, il soggetto può avere ripercussioni importanti a livello familiare e sociale. A volte è presente uno stato depressivo maggiore al punto da comprometterne la quotidianità  o generare uno stato maniacale. Possono evidenziarsi cambiamenti relativi al pensiero, allo stato emotivo, all’aspetto fisico e al comportamento.